martedì

L'adolescenza intrappolata



L'adolescenza è un problema serio. Transitorio, per fortuna, ma terribilmente serio.

Le mie reminiscenze mi portano indietro, ad un periodo che ricordo pesante come un macigno.
La mia adolescenza è stata devastante: piangevo sempre, litigavo sempre con i miei, riempivo quasi ininterrottamente pagine e pagine di diari, dove sfogavo le mie frustrazioni... La classica adolescente incompresa. Due-tre anni, grosso modo. L'adolescenza è una sorta di rodaggio che ci prepara al passaggio alla vita adulta, ben più dura (e non si può mai immaginare quanto!).

Fatta questa premessa, una riflessione: come mai potrà essere l'adolescenza per un ragazzino/a disabile? Vi rispondo subito, per averla vissuta. E' doppiamente tremenda!
E ne ho avuto la prova materiale.

Durante l'adolescenza mio figlio ha avuto un duro colpo quando i suoi amici hanno iniziato ad andare al cinema da soli, con i mezzi pubblici. Lì si è reso conto di trovarsi di fronte a un grosso limite. Ho provato a organizzare qualcosa di mia iniziativa con i suoi compagni ma la sua reazione mi ha colta di sorpresa. Si è arrabbiato, dicendomi che non voleva andare e che non mi dovevo intromettere più.
Più tardi, mi ha confessato le sue paure e i suoi imbarazzi. L'imbarazzo di essere sempre accompagnato da qualcuno, di non potersi godere le chiacchiere con gli amici e di creare disturbo anche a loro. La paura di mostrarsi ancora più vulnerabile di quello che appare nell'ambiente protetto della scuola o di casa, specie di fronte alle sue coetanee... L'imbarazzo, nel caso fosse lasciato solo per qualche ora, di dover chiedere aiuto agli amici per andare in bagno, o l'ansia di trovarsi davanti strutture inaccessibili e di metterli in difficoltà. Il timore di essere emarginato successivamente, perchè durante la prima esperienza con loro, potrebbe essere stato di "peso". Un costante senso di inadeguatezza, insomma.
Un'uscita con gli amici per lui diventava un esame troppo difficile. Non l'avevo capito. Pensavo bastassero tutti i miei bei discorsi e il mio cilindro magico dalle mille soluzioni...
Ma era improvvisamente cresciuto.

Contro l'adolescenza non si può nulla. E contro l'adolescenza di un ragazzino su una sedia a rotelle, ancora meno.
Dentro, le incertezza. Fuori, le barriere reali, fisiche.

Ho atteso che passasse quel periodo di confusione, ben sapendo che alcuni problemi sarebbero rimasti ma confidando nel fatto che l'interazione naturale con i suoi amici potesse dargli una visione meno drastica. Sono rimasta ad aspettare, discretamente vigile, disponibile ai suoi sfoghi.

La soluzione è venuta da lui, col tempo, con l'amore, con l'insistenza degli amici, e con qualche suggerimento che ha finalmente valutato positivamente... Crescendo, fortunatamente si diventa più possibilisti!

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